Linee guida per l'insegnamento dell'EDUCAZIONE CIVICA


VISITA IL NUOVO PORTALE DEL MIUR dedicato ai temi dell'EDUCAZIONE CIVICA,  CITTADINANZA & COSTITUZIONE:      www.istruzione.it/educazione_civica

 

Trasmissione_decreto_MIUR_n._35.2020_Linee_guida_insegnamento_educazione_civica

 

Allegato A

 

Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica

Il quadro normativo

Le presenti Linee Guida, adottate in applicazione della legge 20 agosto 2019, n. 92 recante

“Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica”, (d’ora in avanti, Legge), hanno lo

scopo di favorire, da parte delle Istituzioni scolastiche, una corretta attuazione dell’innovazione

normativa la quale implica, ai sensi dell’articolo 3, una revisione dei curricoli di istituto per adeguarli alle

nuove disposizioni.

La Legge, ponendo a fondamento dell’educazione civica la conoscenza della Costituzione Italiana, la

riconosce non solo come norma cardine del nostro ordinamento, ma anche come criterio per

identificare diritti, doveri, compiti, comportamenti personali e istituzionali, finalizzati a promuovere il

pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica, economica

e sociale del Paese. La Carta è in sostanza un codice chiaro e organico di valenza culturale e pedagogica,

capace di accogliere e dare senso e orientamento in particolare alle persone che vivono nella scuola e

alle discipline e alle attività che vi si svolgono.

Nell’articolo 7 della Legge è affermata la necessità che le istituzioni scolastiche rafforzino la

collaborazione con le famiglie al fine di promuovere comportamenti improntati a una cittadinanza

consapevole, non solo dei diritti, dei doveri e delle regole di convivenza, ma anche delle sfide del

presente e dell’immediato futuro, anche integrando il Patto educativo di corresponsabilità ed

estendendolo alla scuola primaria.

La norma richiama il principio della trasversalità del nuovo insegnamento, anche in ragione della

pluralità degli obiettivi di apprendimento e delle competenze attese, non ascrivibili a una singola

disciplina e neppure esclusivamente disciplinari.

Le Istituzioni scolastiche sono chiamate, pertanto, ad aggiornare i curricoli di istituto e l’attività di

programmazione didattica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, al fine di sviluppare “la

conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali

della società” (articolo 2, comma 1 della Legge), nonché ad individuare nella conoscenza e

nell’attuazione consapevole dei regolamenti di Istituto, dello Statuto delle studentesse e degli studenti,

nel Patto educativo di corresponsabilità, esteso ai percorsi di scuola primaria, un terreno di esercizio

concreto per sviluppare “la capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente e

consapevolmente alla vita civica, culturale e sociale della comunità” (articolo 1, comma 1 della Legge).

Il testo di legge prevede che l’orario dedicato a questo insegnamento non possa essere inferiore a 33 ore

per ciascun anno di corso, da svolgersi nell’ambito del monte ore complessivo annuale previsto dagli

ordinamenti, comprensivo della quota di autonomia eventualmente utilizzata.

Non si tratta dunque di un contenitore rigido, ma di una indicazione funzionale ad un più agevole

raccordo fra le discipline e le esperienze di cittadinanza attiva che devono concorrere a comporre il

curricolo di educazione civica. Ogni disciplina è, di per sé, parte integrante della formazione civica e

sociale di ciascun alunno.

Aspetti contenutistici e metodologici

I nuclei tematici dell’insegnamento, e cioè quei contenuti ritenuti essenziali per realizzare le finalità

indicate nella Legge, sono già impliciti negli epistemi delle discipline. Per fare solo alcuni esempi,

“l’educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità,

delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari” e la stessa Agenda 2030, cui fa

riferimento l’articolo 3, trovano una naturale interconnessione con le Scienze naturali e con la

Geografia; l’educazione alla legalità e al contrasto delle mafie si innerva non solo della conoscenza del

dettato e dei valori costituzionali, ma anche della consapevolezza dei diritti inalienabili dell’uomo e del

cittadino, del loro progredire storico, del dibattito filosofico e letterario. Si tratta dunque di far emergere

elementi latenti negli attuali ordinamenti didattici e di rendere consapevole la loro interconnessione, nel

rispetto e in coerenza con i processi di crescita dei bambini e dei ragazzi nei diversi gradi di scuola.

Nel rispetto dell’autonomia organizzativa e didattica di ciascuna istituzione scolastica, le Linee guida si

sviluppano intorno a tre nuclei concettuali che costituiscono i pilastri della Legge, a cui possono essere

ricondotte tutte le diverse tematiche dalla stessa individuate:

1. COSTITUZIONE, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà

La conoscenza, la riflessione sui significati, la pratica quotidiana del dettato costituzionale

rappresentano il primo e fondamentale aspetto da trattare. Esso contiene e pervade tutte le altre

tematiche, poiché le leggi ordinarie, i regolamenti, le disposizioni organizzative, i comportamenti

quotidiani delle organizzazioni e delle persone devono sempre trovare coerenza con la Costituzione,

che rappresenta il fondamento della convivenza e del patto sociale del nostro Paese. Collegati alla

Costituzione sono i temi relativi alla conoscenza dell’ordinamento dello Stato, delle Regioni, degli Enti

territoriali, delle Autonomie Locali e delle Organizzazioni internazionali e sovranazionali, prime tra

tutte l’idea e lo sviluppo storico dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite. Anche i concetti di legalità,

di rispetto delle leggi e delle regole comuni in tutti gli ambienti di convivenza (ad esempio il codice della

strada, i regolamenti scolastici, dei circoli ricreativi, delle Associazioni…) rientrano in questo primo

nucleo concettuale, così come la conoscenza dell’Inno e della Bandiera nazionale.

2. SVILUPPO SOSTENIBILE, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e

del territorio

L’Agenda 2030 dell’ONU ha fissato i 17 obiettivi da perseguire entro il 2030 a salvaguardia della

convivenza e dello sviluppo sostenibile. Gli obiettivi non riguardano solo la salvaguardia dell’ambiente e

delle risorse naturali, ma anche la costruzione di ambienti di vita, di città, la scelta di modi di vivere

inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone, primi fra tutti la salute, il benessere psicofisico, la sicurezza alimentare, l’uguaglianza tra soggetti, il lavoro dignitoso, un’istruzione di qualità, la

tutela dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità. In questo nucleo, che trova comunque

previsione e tutela in molti articoli della Costituzione, possono rientrare i temi riguardanti l’educazione

alla salute, la tutela dell’ambiente, il rispetto per gli animali e i beni comuni, la protezione civile.

3. CITTADINANZA DIGITALE

Alla cittadinanza digitale è dedicato l’intero articolo 5 della Legge, che esplicita le abilità essenziali da

sviluppare nei curricoli di Istituto, con gradualità e tenendo conto dell’età degli studenti.

Per “Cittadinanza digitale” deve intendersi la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e

responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali.

Sviluppare questa capacità a scuola, con studenti che sono già immersi nel web e che quotidianamente

si imbattono nelle tematiche proposte, significa da una parte consentire l’acquisizione di informazioni e

competenze utili a migliorare questo nuovo e così radicato modo di stare nel mondo, dall’altra mettere i

giovani al corrente dei rischi e delle insidie che l’ambiente digitale comporta, considerando anche le

conseguenze sul piano concreto.

L’approccio e l’approfondimento di questi temi dovrà iniziare fin dal primo ciclo di istruzione: con

opportune e diversificate strategie, infatti, tutte le età hanno il diritto e la necessità di esserne

correttamente informate. Non è più solo una questione di conoscenza e di utilizzo degli strumenti

tecnologici, ma del tipo di approccio agli stessi; per questa ragione, affrontare l’educazione alla

cittadinanza digitale non può che essere un impegno professionale che coinvolge tutti i docenti

contitolari della classe e del Consiglio di classe.

Le presenti Linee guida provvedono ad individuare i traguardi di competenze, non già previsti,

integrando, in via di prima applicazione, il Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di

istruzione e il Profilo educativo, culturale e professionale dello studente, a conclusione del secondo

ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione allegato al decreto legislativo n. 226/2005,

rinviando all’a.s. 2022/2023, la determinazione dei traguardi di competenza e degli obiettivi specifici di

apprendimento dell’insegnamento trasversale dell’Educazione civica al termine della scuola primaria e

secondaria di primo grado, degli obiettivi specifici di apprendimento dei Licei (D.M. n. 211 del

7/10/2010), dei risultati di apprendimento degli Istituti tecnici (direttive del 2010 e 2012) e degli Istituti

professionali (D.M. n.766 del 23/8/2019).

La prospettiva trasversale dell’insegnamento di educazione civica

La trasversalità dell’insegnamento offre un paradigma di riferimento diverso da quello delle discipline.

L’educazione civica, pertanto, supera i canoni di una tradizionale disciplina, assumendo più

propriamente la valenza di matrice valoriale trasversale che va coniugata con le discipline di studio, per

evitare superficiali e improduttive aggregazioni di contenuti teorici e per sviluppare processi di

interconnessione tra saperi disciplinari ed extradisciplinari.

Il Collegio dei Docenti, nell’osservanza dei nuovi traguardi del Profilo finale del rispettivo ciclo di

istruzione, definiti nelle presenti Linee Guida - Allegati A, B e C che ne sono parte integrante -

provvede nell’esercizio dell’autonomia di sperimentazione di cui all’art. 6 del D.P.R. n.275/1999, ad

integrare nel curricolo di Istituto gli obiettivi specifici di apprendimento/risultati di apprendimento

delle singole discipline con gli obiettivi/risultati e traguardi specifici per l’educazione civica utilizzando

per la loro attuazione l’organico dell’autonomia.

La contitolarità dell’insegnamento e il coordinamento delle attività

La Legge prevede che all’insegnamento dell’educazione civica siano dedicate non meno di 33 ore per

ciascun anno scolastico.

In via ordinaria esse sono svolte, nell’ambito della declinazione annuale delle attività didattiche, da uno

o più docenti della classe o del Consiglio di Classe cui l’insegnamento è affidato con delibera del

Collegio dei docenti su proposta degli stessi docenti della classe o del consiglio di classe.

Qualora invece, ricorrendo le necessarie condizioni di invarianza di organico, l’insegnamento

dell’educazione civica dovesse rientrare nell’utilizzo della quota di autonomia del 20%, configurandosi

così uno spazio apposito nell’ambito dell’orario settimanale alla stregua delle discipline del curricolo, ciò

non dovrà comunque pregiudicare la trasversalità e la corresponsabilità collegiale dell’insegnamento

all’interno del team docente e del Consiglio di Classe.

Nelle scuole del primo ciclo l'insegnamento trasversale dell'educazione civica è affidato, in contitolarità,

a docenti di classe individuati sulla base dei contenuti del curricolo, utilizzando le risorse dell'organico

dell’autonomia. Tra essi è individuato un coordinatore, che svolge i compiti di cui all’art. 2, comma 6

della Legge.

Le soluzioni organizzative che le scuole del secondo ciclo possono adottare, in applicazione delle

disposizioni di cui all’art. 2, commi 4 e 5 della Legge, potranno essere differenti.

Qualora il docente abilitato nelle discipline giuridico-economiche sia contitolare nel Consiglio di Classe,

negli istituti superiori nel cui curricolo siano presenti gli insegnamenti dell’area giuridico-economica, gli

sarà affidato l’insegnamento di educazione civica, di cui curerà il coordinamento, fermo restando il

coinvolgimento degli altri docenti competenti per i diversi obiettivi/risultati di apprendimento condivisi

in sede di programmazione dai rispettivi Consigli di classe.

Qualora il docente abilitato nelle discipline giuridico-economiche sia presente in organico

dell’autonomia ma non sia già contitolare del Consiglio di Classe, egli potrà assumere il coordinamento

della disciplina per una o più classi, fatta salva la necessità che in esse si crei uno spazio settimanale in

cui, anche in compresenza con altri docenti, possa procedere alla didattica dell’educazione civica

all’interno della quota oraria settimanale, o all’interno della quota di autonomia eventualmente attivata,

nelle modalità approvate dal Collegio dei docenti.

Ricorrendo questa casistica, il coordinatore dell’educazione civica, in quanto titolare di un

insegnamento aggiuntivo, entra a far parte a pieno titolo del Consiglio o dei Consigli di Classe in cui

opera.

Nel caso in cui non vi siano nell’istituto docenti abilitati all’insegnamento delle discipline

giuridicoeconomiche, l’insegnamento di educazione civica sarà attribuito in contitolarità a più docenti,

competenti per i diversi obiettivi/risultati di apprendimento condivisi in sede di programmazione dai

rispettivi Consigli di classe.

Il coordinamento sarà affidato ad uno dei docenti contitolari dell’insegnamento.

Nel tempo dedicato a questo insegnamento, i docenti, sulla base della programmazione già svolta in

seno al Consiglio di classe con la definizione preventiva dei traguardi di competenza e degli

obiettivi/risultati di apprendimento, potranno proporre attività didattiche che sviluppino, con

sistematicità e progressività, conoscenze e abilità relative ai tre nuclei fondamentali sopra indicati,

avvalendosi di unità didattiche di singoli docenti e di unità di apprendimento e moduli interdisciplinari

trasversali condivisi da più docenti. Avranno cura, altresì, di definire il tempo impiegato per lo

svolgimento di ciascuna azione didattica, al fine di documentare l’assolvimento della quota oraria

minima annuale prevista di 33 ore.

La valutazione

La Legge dispone che l'insegnamento trasversale dell'Educazione civica sia oggetto delle valutazioni

periodiche e finali previste dal D. Lgs. 13 aprile 2017, n. 62 per il primo ciclo e dal DPR 22 giugno

2009, n. 122 per il secondo ciclo.

I criteri di valutazione deliberati dal collegio dei docenti per le singole discipline e già inseriti nel PTOF

dovranno essere integrati in modo da ricomprendere anche la valutazione dell’insegnamento

dell’educazione civica.

In sede di scrutinio il docente coordinatore dell’insegnamento formula la proposta di valutazione,

espressa ai sensi della normativa vigente, da inserire nel documento di valutazione, acquisendo elementi

conoscitivi dai docenti del team o del Consiglio di Classe cui è affidato l'insegnamento dell'educazione

civica.

Tali elementi conoscitivi sono raccolti dall’intero team e dal Consiglio di Classe nella realizzazione di

percorsi interdisciplinari.

La valutazione deve essere coerente con le competenze, abilità e conoscenze indicate nella

programmazione per l’insegnamento dell’educazione civica e affrontate durante l’attività didattica. I

docenti della classe e il Consiglio di Classe possono avvalersi di strumenti condivisi, quali rubriche e

griglie di osservazione, che possono essere applicati ai percorsi interdisciplinari, finalizzati a rendere

conto del conseguimento da parte degli alunni delle conoscenze e abilità e del progressivo sviluppo

delle competenze previste nella sezione del curricolo dedicata all’educazione civica.

Il Collegio dei Docenti delle scuole del primo ciclo, in coerenza con il disposto dell’art. 2 del D. Lgs.

62/2017, dovrà esplicitare a quale livello di apprendimento corrisponde il voto in decimi attribuito agli

alunni della scuola secondaria di primo grado anche per l’educazione civica.

Per gli alunni della scuola primaria, in coerenza con quanto disposto dal decreto legge 8 aprile 2020, n.

22, convertito con modificazioni dalla legge 6 giugno 2020, n. 41, il docente coordinatore propone

l’attribuzione di un giudizio descrittivo, elaborato tenendo a riferimento i criteri valutativi indicati nel

PTOF, che viene riportato nel documento di valutazione.

Per gli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023 la valutazione dell’insegnamento di

educazione civica farà riferimento agli obiettivi /risultati di apprendimento e alle competenze che i

collegi docenti, nella propria autonomia di sperimentazione, avranno individuato e inserito nel curricolo

di istituto.

A partire dall’anno scolastico 2023/2024 la valutazione avrà a riferimento i traguardi di competenza e

gli specifici obiettivi di apprendimento per la scuola del primo ciclo, gli obiettivi specifici di

apprendimento per i Licei e i risultati di apprendimento per gli Istituti tecnici e professionali definiti dal

Ministero dell’istruzione.

Il combinato disposto dell’articolo 2, comma 5 e dell’articolo 1, comma 3 del D. Lgs. 62/2017,

relativamente al primo ciclo di istruzione, prevede che la valutazione del comportamento “si riferisce

allo sviluppo delle competenze di cittadinanza. Lo Statuto delle studentesse e degli studenti, il Patto

educativo di corresponsabilità e i Regolamenti approvati dalle istituzioni scolastiche, ne costituiscono i

riferimenti essenziali”.

Si ritiene pertanto che, in sede di valutazione del comportamento dell’alunno da parte del Consiglio di

classe, si possa tener conto anche delle competenze conseguite nell’ambito del nuovo insegnamento di

educazione civica, così come introdotto dalla Legge, tanto nel primo quanto nel secondo ciclo di

istruzione, per il quale il D. Lgs. n. 62/2017 nulla ha aggiunto a quanto già previsto dal D.P.R. n.

122/2009.

Si ricorda che il voto di educazione civica concorre all’ammissione alla classe successiva e/o all’esame di

Stato del primo e secondo ciclo di istruzione e, per le classi terze, quarte e quinte degli Istituti secondari

di secondo grado, all'attribuzione del credito scolastico.

La scuola dell’infanzia

Un’attenzione particolare merita l’introduzione dell’educazione civica nella scuola dell’infanzia, prevista

dalla Legge, con l’avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile.

Tutti i campi di esperienza individuati dalle Indicazioni nazionali per il curricolo possono concorrere,

unitamente e distintamente, al graduale sviluppo della consapevolezza della identità personale, della

percezione di quelle altrui, delle affinità e differenze che contraddistinguono tutte le persone, della

progressiva maturazione del rispetto di sé e degli altri, della salute, del benessere, della prima

conoscenza dei fenomeni culturali.

Attraverso la mediazione del gioco, delle attività educative e didattiche e delle attività di routine i

bambini potranno essere guidati ad esplorare l’ambiente naturale e quello umano in cui vivono e a

maturare atteggiamenti di curiosità, interesse, rispetto per tutte le forme di vita e per i beni comuni.

Il costante approccio concreto, attivo e operativo all’apprendimento potrà essere finalizzato anche alla

inizializzazione virtuosa ai dispositivi tecnologici, rispetto ai quali gli insegnanti potranno richiamare i

comportamenti positivi e i rischi connessi all’utilizzo, con l’opportuna progressione in ragione dell’età e

dell’esperienza.

 

Allegato B

Integrazioni al Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione (D.M. n.

254/2012) riferite all’insegnamento trasversale dell’educazione civica

L’alunno, al termine del primo ciclo, comprende i concetti del prendersi cura di sé, della comunità,

dell’ambiente.

È consapevole che i principi di solidarietà, uguaglianza e rispetto della diversità sono i pilastri che

sorreggono la convivenza civile e favoriscono la costruzione di un futuro equo e sostenibile.

Comprende il concetto di Stato, Regione, Città Metropolitana, Comune e Municipi e riconosce i sistemi

e le organizzazioni che regolano i rapporti fra i cittadini e i principi di libertà sanciti dalla Costituzione

Italiana e dalle Carte Internazionali, e in particolare conosce la Dichiarazione universale dei diritti

umani, i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana e gli elementi essenziali della

forma di Stato e di Governo.

Comprende la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile, rispettoso dell’ecosistema, nonché di un

utilizzo consapevole delle risorse ambientali.

Promuove il rispetto verso gli altri, l’ambiente e la natura e sa riconoscere gli effetti del degrado e

dell’incuria.

Sa riconoscere le fonti energetiche e promuove un atteggiamento critico e razionale nel loro utilizzo e

sa classificare i rifiuti, sviluppandone l’attività di riciclaggio.

È in grado di distinguere i diversi device e di utilizzarli correttamente, di rispettare i comportamenti

nella rete e navigare in modo sicuro.

È in grado di comprendere il concetto di dato e di individuare le informazioni corrette o errate, anche

nel confronto con altre fonti.

Sa distinguere l’identità digitale da un’identità reale e sa applicare le regole sulla privacy tutelando se

stesso e il bene collettivo.

Prende piena consapevolezza dell’identità digitale come valore individuale e collettivo da preservare.

È in grado di argomentare attraverso diversi sistemi di comunicazione.

È consapevole dei rischi della rete e come riuscire a individuarli.

 

Allegato C

Integrazioni al Profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del

secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione (D. Lgs. 226/2005, art. 1, c. 5,

Allegato A), riferite all’insegnamento trasversale dell’educazione civica

Conoscere l’organizzazione costituzionale ed amministrativa del nostro Paese per rispondere ai propri

doveri di cittadino ed esercitare con consapevolezza i propri diritti politici a livello territoriale e

nazionale.

Conoscere i valori che ispirano gli ordinamenti comunitari e internazionali, nonché i loro compiti e

funzioni essenziali

Essere consapevoli del valore e delle regole della vita democratica anche attraverso l’approfondimento

degli elementi fondamentali del diritto che la regolano, con particolare riferimento al diritto del lavoro.

Esercitare correttamente le modalità di rappresentanza, di delega, di rispetto degli impegni assunti e fatti

propri all’interno di diversi ambiti istituzionali e sociali.

Partecipare al dibattito culturale.

Cogliere la complessità dei problemi esistenziali, morali, politici, sociali, economici e scientifici e

formulare risposte personali argomentate.

Prendere coscienza delle situazioni e delle forme del disagio giovanile ed adulto nella società

contemporanea e comportarsi in modo da promuovere il benessere fisico, psicologico, morale e sociale.

Rispettare l’ambiente, curarlo, conservarlo, migliorarlo, assumendo il principio di responsabilità.

Adottare i comportamenti più adeguati per la tutela della sicurezza propria, degli altri e dell’ambiente in

cui si vive, in condizioni ordinarie o straordinarie di pericolo, curando l’acquisizione di elementi

formativi di base in materia di primo intervento e protezione civile.

Perseguire con ogni mezzo e in ogni contesto il principio di legalità e di solidarietà dell’azione

individuale e sociale, promuovendo principi, valori e abiti di contrasto alla criminalità organizzata e alle

mafie.

Esercitare i principi della cittadinanza digitale, con competenza e coerenza rispetto al sistema integrato

di valori che regolano la vita democratica.

Compiere le scelte di partecipazione alla vita pubblica e di cittadinanza coerentemente agli obiettivi di

sostenibilità sanciti a livello comunitario attraverso l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Operare a favore dello sviluppo eco-sostenibile e della tutela delle identità e delle eccellenze produttive

del Paese.

Rispettare e valorizzare il patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.

Linee_guida_educazione_civica_dopoCSPI.pdf